Lunedì, 30 Settembre 2024
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La storia delle sorelle Pinto

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Tre sorelle ed una sola passione: il calcetto

Intervista a Natalìa, Maria Elisabetta e Silvia Pinto, storico trio del Montelli Putignano: “Le prime partite insieme le abbiamo fatte in campagna con gli amici. Poi non ci siamo più fermate”

Tre sorelle, una grande passione: il calcio. Con uno sguardo al camice bianco da indossare in futuro. Natalìa, Maria Elisabetta e Silvia Pinto, giocano nel Montelli Putignano, squadra rivelazione dell'anno più che mai in corsa per il secondo posto. Un caso più unico che raro nell'Italia del calcio a cinque femminile. Riservate, discrete e silenziose fuori ma grandi protagoniste in campo, grazie al loro affiatamento che rappresenta un'arma in più delle Montelline nelle gare di campionato. Non solo calcio però. C'è anche la medicina nella testa del trio Pinto, vedi la laurea già conseguita da Natalìa con Silvia e Maria Elisabetta pronte a seguirne le orme. Insieme alla medicina anche la musica ricopre un ruolo importante per le prodigiose sorelle, basti vedere in campo come riescono, spesso e volentieri, a suonargliele alle avversarie. E la passione per il calcio? Come nasce? Nella maniera più genuina e semplice possibile, in campagna a giocare con gli amici. Storie d'altri tempi.

Siete un trio unico in Puglia e probabilmente raro anche a livello nazionale. E' una passione che una di voi ha mischiato alle altre o vi è nata contemporaneamente?

Si, la nostra grande passione per il calcio è sempre stata contemporanea. Le prime partite le facevamo in campagna, con i nostri amici del vicinato che chiamavamo spesso. Non abbiamo mai fatto “separè”, bensì partite miste e ci siamo sempre trovate a nostro agio. Erano i primi segni di questa passione che affiorivano prepotenti. E c'è da dire che Silvia – afferma Natalìa, di “professione” ala destra – l'abbiamo coinvolta anche tardi. Ha iniziato da quando aveva 9 anni e poi non si è più fermata”.

E' una passione che avete ereditato da qualcun'altro in famiglia?
“No, nessuno giocava a livelli di Figc o di campionati riconosciuti. Però abbiamo nostra madre, fortemente appassionata di questa disciplina. Chissà che non sia stata lei il fattore contagiante”.

Finora avete sempre giocato insieme?

“Si si, sempre. Questo è il secondo anno consecutivo che giochiamo e non pensiamo proprio di dividerci. Vogliamo crescere insieme per riuscire ad ottenere risultati importanti. Poi il futuro è imprevedibile, ma fino ad ora abbiamo condiviso questa nostra voglia di giocare a calcio insieme”.

C'è una squadra in particolare dove vorreste giocare un giorno?

“Fin quando ci saranno le condizioni- tuona decisa la pivot Maria Elisabetta, la più piccola ( e forse la più talentuosa) delle tre con i suoi 19 anni- siamo fermamente intenzionate a voler raggiungere risultati importanti con la maglia della squadra del nostro paese. L'obiettivo è quello di vincere con il Montelli Putignano. Non c'è altro da fare che augurare il bene della società, alla fine conta quello, anche perchè le condizioni non siamo noi a dettarle”.

Fra le tre chi è la più carismatica in campo?

“Qui entrano in gioco i nostri differenti caratteri – rivela Silvia, ala sinistra con l'hobby del pianoforte. Natalìa, nonché il capitano della squadra, parla molto poco a differenza di Mary, più propensa ad imporsi proprio sul piano verbale. Ognune di noi ha caratteristiche precise”.

Qual'è la gara che ricordate con più piacere?

“Indubbiamente quella con il Bisceglie. Perdevamo 3-2 a quattro minuti dalla fine. Fummo brave – racconta emozionata Natalìa - a raggiungere il sesto fallo che valse il tiro libero: Mary non sbagliò e riuscimmo a pareggiare. Ma non è tutto, perchè ci credemmo fino alla fine ed ancora su tiro libero Mary concesse il bis che valse il sorpasso. Quella gara non la dimenticheremo mai. Addirittura Silvia, dopo un contrasto di gioco, svenne. A fine partita la nostra gioia fu incontenibile”.

Una considerazione finale sulle squadre di questo campionato. Real Statte a parte.

“La Demar sta facendo degli investimenti importanti – ammonisce Silvia. E' una squadra composta prevalentemente da giocatrici provenienti dal calcio a 11, quindi attenzioni puntate per il futuro. C'è la possibilità di costruire qualcosa di importante. Il Bisceglie, invece, merita il secondo posto. Ci siamo accorte che ormai tutte le altre compagini puntano sul contropiede e quindi è sempre possibile assistere a delle belle partite, per la fortuna del pubblico presente. L'obiettivo dovrà essere quello di dar vita ad un sempre maggiore equlibrio, anche se rimane indubbiamente il Real Statte la squadra da battere”.

 

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Testata giornalistica registrata al Tribunale di Firenze il 15 settembre 2016  n. 6032.
Direttore Walter Pettinati - PROMOITALIA Editore.

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