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Intanto non può che esserci chetanta e tanta delusione. Da partedi tutti, per dire sì del tecnicodella Nazionale e del gruppo delle azzurre,ma anche di chi, come me, è da diecianni dentro questo ambiente e per forzadi cose finisce per attaccarcisi, propriovedendo gli sforzi che fanno queste ragazze,l'impegno che ci mettono e senzaaver gratificazioni. Dico la verità, in generalenon è che mi senta molto ottimistaadesso, anch'io speravo che la partecipazioneal Mondiale potesse esserequell'input che avrebbe potuto finalmentesbloccare la situazione di questomondo ma ora siamo da capo. Eppure èun calcio questo femminile che dovrebbeavere senz'altro più considerazioneda parte di tutti, anche più investimenti.

Tratto da "Il Calciatore" rivista Ufficiale dell'AIC

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Viviamo in un periodo difficile per il nostro paese, dove la crisi economica penalizza soprattutto le donne nel mondo del lavoro e nella vita di ogni giorno. I media parlano di raccomandazioni e scandalose scorciatoie, che sembrano strade per arrivare al successo.  La fatica delle cose di ogni giorno, sembrano inesistenti per chi non le fa mai. L'esempio di queste atlete sono un respiro di aria fresca, in un mondo corrotto.

I loro sorrisi per una bella parata o per un gol decisivo, le lacrime per la sconfitta, i loro ringraziamenti all'allenatore o ai genitori e compagni, sono un promemoria da  ricordare. Le donne chiedono opportunità, ma i loro meriti dovrebbero essere riconosciuti come meritano.

Maurizio Feretta